Foto da drone dell’area esterna al Pythion, con le tracce dei muri tardoantichi demoliti nello scavo ottocentesco.
L’indagine nel Quartiere Bizantino del Pythion, co-diretta da Enrico Zanini ed Elisabetta Giorgi, arriva ora a interessare anche l’area circostante il tempio antico, dove gli scavi del 2019 hanno rivelato una insospettabile continuità di vita dei livelli pavimentali fino ad epoca molto tarda: nel VII secolo d.C. si continuava infatti a camminare sulla pavimentazione dell’area esterna al Pythion, vecchia all’epoca di un migliaio d’anni.
Questo ha spinto a ripensare radicalmente la tradizionale lettura che legava l’abbandono del tempio al terremoto del 365 d.C. e a riprendere in mano il dossier archeologico che sembrava definitivamente chiuso dopo gli scavi di Federico Halbherr e Luigi Savignoni alla fine dell’Ottocento.
Riesaminare la scarna documentazione del vecchio scavo, ripulire le pareti e il fondo del “cratere” lasciato da quell’intervento, ricostruire virtualmente i muri tardoantichi che vennero demoliti per dare visibilità al tempio, provare a recuperare almeno alcuni dei reperti più tardi che in quel momento vennero scartati, sono altrettante tessere di un puzzle complicato, che bisognerà rimettere insieme con grande pazienza, ma che promette di costruire una narrazione completamente nuova della vita di Gortina nella prima età bizantina.
La ricerca è condotta in sinergia con l’Università di Padova, che sta affrontando lo studio analitico del Pythion in epoca antica, in una stretta collaborazione tra le due istituzioni, coordinata dalla Scuola Archeologica Italiana di Atene.
Fig. 1. Prima ricostruzione virtuale dei muri romani, tardoantichi e bizantini demoliti nello scavo ottocentesco.
Fig. 2. Limite Nord del “cratere” ottocentesco: sono ben visibili gli scarichi di età tardoantica che vennero rimossi nello scavo.
Fig. 3. Limite Sud del «κρατήρα» ottocentesco, con la stratificazione post-antica tagliata dallo scavo: in alto a sinistra un gruppo di reperti provenienti dallo scavo ottocentesco.
Fig. 4. Replica di una delle foto disponibili dello scavo ottocentesco: il posizionamento delle persone consente di individuare meglio quali resti furono demoliti successivamente.
Fig. 5. L’équipe di GQB 2022: da sx a dx, Luca Luppino, Guglielmo Rebasti, Luca Ciavattini, Jacopo Scoz (allievo SAIA), Letizia Fazi, Francesca Plateroti, Nicola Lapacciana, Enrico Zanini, Stefania Picciola, Elisabetta Giorgi.