Veduta di Kastro (Myrina), R. Kopsidis, olio su tela, 1989
L'ARCHEOLOGO
«A Kastro [Myrina] mostravano timore e rispetto con gli archeologi occidentali. Passava spesso dalla nostra strada un italiano con la piuma sul cappello e con pantaloni verdi con le ghette. Ricordava un po' il demonio. Dicevamo che sotto al suo cappello dovesse avere due piccole corna nascoste e ci avvicinavamo di soppiatto, con la speranza che togliesse il cappello, per vederle. Si diceva che fosse una spia e che fosse impuro perché mangiava i gatti. Nelle fondazioni delle nostre case giaceva sepolta la città antica, Myrina. In molte occasioni scavando trovarono antiche pietre. Tuttavia lascio queste cose agli altri. Io non sono uno ‘specialista’. Parlo unicamente di cose alle quali gli altri non danno conto, di cose piccolissime e insignificanti…».
Gli archeologi della Reale Scuola Archeologica Italiana di Atene.
Da sinistra a destra: F. Magi, M. Segre, G. Caputo, D. Roversi Monaco, A. Della Seta, A. Adriani.
Scavi della necropoli di Kaminia 1930. Foto di R. Parlanti (Arch. SAIA)
Veduta di Kastro (Myrina) dal Romeikos Ialòs, R. Kopsidis, carboncino, 1944
Veduta dell'Acropoli di Kastro (Myrina) nel 1926, foto di R. Parlanti (Archivio SAIA B/1737)